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Influencer marketing, un antidoto all’adblocking?

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Influencer marketing significa utilizzare persone che hanno legato il proprio nome a un particolare tema e che soprattutto hanno guadagnato credibilità all’interno di una community. Siamo quindi oltre il raggiungere un target potenzialmente più adeguato per un contenuto e prodotto, l’obiettivo dell’influencer marketing è far parlare allo stesso livello persone che condividono competenze, ideali, valori e interessi, puntando su un leader che si faccia “evangelista” di uno specifico messaggio.

Influencer marketing

Il comportamento degli utenti è cambiato, le persone non si aspettano più brand che parlino a loro ma con loro. Non più brand che cercano di vendere ma che intrattengono e informano. In questo nuovo paradigma, gli influencer sono una forza da non sottovalutare. I brand possono strategicamente stringere partnership con le personalità più adatte a diffondere conversazioni organiche e a “sedurre” i follower. L’influencer marketing è a tendere un earned media, una conversazione sul brand guadagnata, non pagata, che faccia ottenere un guadagno all’azienda in funzione della relazione che ha messo in moto. Earned media VS paid media quindi, dove quest’ultimo è rappresentato dal vecchio concetto di testimonial , una persona nota, come una celebrity pagata per sponsorizzare un prodotto (e spesso più di uno a scapito della coerenza e della credibilità). Gli influencer sono influenti, non perché famosi ma perché esperti nel loro campo.

Ma veniamo al punto cruciale: perché l’influencer marketing dovrebbe essere un antidoto efficace al crescente fenomeno dell’adblocking?

Siamo ormai di fatto esposti a continui annunci pubblicitari di vari formati e, oltre ad esserci in parte assuefatti abbiamo a disposizione numerosi strumenti (che ora più di prima siamo disposti a pagare), che ci permettono di skippare l’adv: AdBlock, Netflix, e Spotify Premium.

L’influencer marketing è prima di tutto un ottimo antidoto al fenomeno definito “banner blindness“, ovvero della cosiddetta “cecità da banner“. Una persona abituata ad utilizzare abitualmente Internet ha una maggior capacità di identificare gli spazi pubblicitari contenuti nelle pagine web e questa sempre maggiore conoscenza dello strumento permette di sviluppare una sorta di indifferenza nei confronti della pubblicità, rendendola completamente inefficace.

Il contenuto brandizzato prodotto e distribuito da un influencer ha più potere di un banner o di qualsiasi forma di advertising a pagamento  perché permea spazi in linea con il messaggio trasmesso e non può essere bloccato.

Il content marketing è una delle strategie più utilizzate e tra le più efficaci per lavorare con gli influencer, attraverso co-creazione di articoli, guest post, interviste, ottenendo risultati grazie alla credibilità, rilevanza e indipendenza di giudizio dell’influencer.  Ha inizio l’attività di scounting dei profili più influenti nelle community. Buona ricerca!

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